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Dunque, non alla Medea di Euripide, Apollonio Rodio, Seneca e chi più ne ha più ne metta, bisogna fare riferimento per conoscere e comprendere da dove nacque e il perché del mio nome d'arte nel gruppo delle Nemesiache, bensì a quella delle origini del mito, che è tutt'altra cosa. Solo una interpretazione femminista, uno sguardo di donna che non rinuncia a esserlo e lotta contro il potere maschilista, possono degnamente riscattarla dall'obbrobrio oltraggioso e violento delle narrazioni che la chiudono nella dimensione della stregoneria e della vendetta. Lei scopre, rivela il crimine su cui si fonda il Potere patriarcale e, proprio per questo, paga l'altissimo prezzo di vedere distrutto ogni diritto e progetto in relazione ai propri figli, la cui vita ha dato, ma che ora non può più proteggere e difendere... Insomma una riscrittura radicale del mito, alla Lina Mangiacapre, alla Christa Wolf e non solo. Quella in cui Medea rappresenta la forza intellettuale che spinse le donne a riscrivere la storia del mondo e preparare il futuro per i figli.